Tira una leggera aria di novità ai Campionati Europei per Junior e Young Vaulters che si sono svolti a Berna (SUI) dal 16 al 21 luglio 2024. Nella grande e bellissima PostFinance Arena, per l’occasione ceduta dall’hockey al volteggio, un pubblico molto numeroso ha goduto, nella migliore delle condizioni, del meglio del meglio del volteggio giovanile europeo.
Sicuramente c’è sempre tanta, tanta Germania, tuttavia quest’anno si sono visti risultati di estremo prestigio anche per molti volteggiatori di nazioni per cui il volteggio non costituisce uno sport di tradizione. Ciò è particolarmente evidente negli individuali juniores, sia maschili che femminili. Non sono tanto i singoli vincitori a sorprendere – Sam Dos Santos (NED) è sulla breccia già da vari anni e ha bisogno d ben poche presentazioni, e Josephine Vedel Søndegaard Nilelsen (DEN) si era già fatta notare lo scorso anno, quando ha conquistato la medaglia d’argento ai mondiali di Flyinge – quanto il fatto che non sono state le eccezioni che confermano la regola, ma sono stati seguiti “degnamente” non solo dai soliti tedeschi/e, ma anche da polacchi/e, svedesi, italiani/e, inglesi…
Parliamo dunque di questi individuali junior. In campo femminile Josephine Vedel Søndegaard Nilelsen (DEN, Hanne Haagen Hansen, Tophoejs Geleto Lieto) è stata semplicemente perfetta, fin dagli obbligatori. Ma il libero è stato davvero insuperabile, un esercizio superacrobatico, eseguito in piena scioltezza e sicurezza, tanto da guadagnarsi anche un 10 netto in un giudizio tecnico, cosa veramente mai vista prima!
Se anche la danese blinda fon dalle prime battute la posizione di testa con un sostanzioso vantaggio sulla seconda in classifica, la gara non si è conclusa immediatamente, perché la sua inseguitrice è in realtà tallonata in modo strettissimo da altre cinque concorrenti tutte sopra il 7.9. Ciò ha dato vita ad una seconda manche apertissima – almeno per le due piazze d’onore – in cui ogni sbavatura è stata pagata a caro prezzo.
Nel medagliere finale Josephine Vedel Søndegaard Nilelsen è seguita da Mara Hofer (SUI, Rita Blieske, Nashville Grandia Z) autrice di una bella rimonta grazie ad un libero veramente ottimo. Sul terzo gradino del podio una giovanissima tedesca: Amari Santamaria Diaz (Hauke Thümmler, Meran) fa faville, uno scricciolo su un pony, che oltre ad essere tecnicamente molto valida, esegue esercizi difficili ed originali. Si farà conoscere!
Almeno altre due atlete meritano gli onori della cronaca: la svedese Nora Sandberg Müller (Tomasz Ogonowsky, Bastion), seconda al termine della prima manche e scivolata indietro a causa di una caduta avvenuta proprio all’inizio dell’ultima prova (e dopo la quale ha proseguito l’esercizio un po’ contratta), e l’esordiente Evie Jesset (GBR, Viktoria Mandl, Le Garcon du Coeur), che, al contrario, deve migliorare gli obbligatori, ma nel libero ha veramente dimostrato di essere tra le migliori, sicura e spigliata durante tutta l’esecuzione. Entrambe le sue prove sono state pulitissime, ricche di difficoltà e assolutamente simpatiche e divertenti per quanto riguarda l’interpretazione.
Una sola italiana in concorso: Giada Samiolo (Laura Carnabuci, Fran d’Alme C Z) che non delude le aspettative: porta in gara tre prove ben eseguite, e si aggiudica così l’ambita possibilità di passare in seconda fase. Conclude in una più che dignitosa dodicesima posizione.
Se nell’individuale Junior maschile le prime due posizioni sono rimaste invariate rispetto ai campionati dello scorso anno, presentando ancora la disfida tra due grandissimi interpreti, da quelle che lo scorso anno furono le retrovie, si sono affacciati atleti che promettono di diventare protagonisti nei prossimi anni. Ci sono infatti volteggiatori che esplodono subito in tutta la loro bravura e potenza, altri che hanno bisogno di tempo, di maturare, ma poi raggiungono altissimi livelli.
La superiorità di Sam Dos Santos (NED, Jinte Pierik, Doemaar) nei confronti degli altri atleti è stata quest’anno più che mai innegabile. La leggerezza, eleganza e precisione con cui affronta gli esercizi, fin dagli obbligatori, è eccezionale. Osa esercizi nuovi che esegue con una disinvoltura che ha del soprannaturale, legandoli tra loro con passaggi fluidi, senza soluzione di continuità. Come lo scorso anno, anche Lukas Heitman (GER, Sven Henze,Cleiner Onkel T Old) dà grande prova di sé. Migliorato negli esercizi tecnici, si conferma grandissimo interprete, più consapevole delle proprie possibilità, propone esercizi con passaggi arditi e originali. Ma passiamo al primo dei nuovi medagliati, Jakub Roguski (POL, Michelle Küng, Nugat), finalmente solido negli obbligatori e bello nei liberi, chiaramente di scuola francese, pulito nell’esecuzione e molto espressivo, sarà da seguire anche nei prossimi anni.
Che meraviglia i ragazzi italiani! Quarto e quinto posto agli individuali junior, miglior risultato mai ottenuto in campo maschile. Appena fuori dal podio, è vero, ma per i nostri due giovani volteggiatori, Jan Stellahaegi (ITA, Nelson Alcides Vidoni, Monaco Franze 4) e Ettore Arena (ITA, Kevine Moneuse, Filon), e in generale per tutto il movimento del volteggio italiano è un grandissimo risultato. Il distacco di Jan dal terzo in classifica non è incolmabile, in questi campionati era partito bene in particolare con gli obbligatori, mentre ha sofferto un po’ di più con il libero, che pur era il suo cavallo di battaglia. Nonostante le sue grandi doti interpretative, in questo tipo test ultimamente sembra patire di più la tensione, cosa che talvolta lo porta ad eseguire i movimenti non proprio con la dovuta perfezione. Ettore, invece è stato protagonista di un continuo crescendo nel valore delle prove. Già con il primo libero, ma in particolare con il secondo (terzo miglior punteggio della tornata, che lo ha fatto salire dall’ottava alla quinta posizione!), ha dimostrato di poter competere ad altissimo livello. È stato veramente bravo, entrambi i liberi sono stati eseguiti con grande padronanza di sé, e sono risultati molto piacevoli alla vista.
Di altissimo livello anche molti dei Pas de Deux: su tutti e nettamente, la coppia tedesca Arne Heers/Mia Bury (Sven Henze, Capitano 59), ma anche Felix Wöhe/Greta Helene Liebig (Andrea Harwardt, Longinus 4), solo per citare i primi due classificati.
Cominciamo dai vincitori, Arne Heers e Mia Bury. Una coppia ben affiatata, il loro programma è veramente bello, pulito, con figure alte e già molto difficili, ben articolato ed armonioso nel suo insieme. È probabilmente il preludio ad un futuro, non molto lontano, pas de deux senior. Felix Wöhe e Greta Helene Liebig sono più giovani, ma stanno facendo passi da gigante. Li avevamo visti al CVI di Fossalta di Portogruaro a Pasqua, ed erano decisamente più indietro rispetto a quanto sono stati in grado di esibire in questi campionati. La loro coreografia è risultata più curata, le figure eseguite con maggiore sicurezza. Se in pochi mesi il loro livello è potuto crescere così tanto, chissà cosa ci si potrà aspettare in seguito.
Sul terzo gradino del podio si posizionano le due sorelle Milly e Evie Jesset (GBR, Viktoria Mandl, Le Garcon du Coer). Sono state una rivelazione, il loro libero è frizzante, molto dinamico, con continui cambi di posizione. Promettenti anche le quarte classificate, ancora due sorelle, Katharina e Valentina Plüss (SUI, Ivana Costa, Londontime), autrici di un ottimo secondo round. La loro routine è ancora un po’ da perfezionare, ma ingloba già figure non usuali per coppie costituite da entrambe le componenti femminili.
Concludiamo il resoconto della categoria Junior con i risultati delle squadre. Il Team Germania (Gesa Bührig, Capitain Claus) è decisamente superiore a tutti, anche se non era partito al meglio con gli obbligatori, ma nel libero non ce n’è per nessuno. I giovani guerrieri tedeschi hanno combattuto e decisamente vinto. Coordinatissimi nei movimenti – per altro perfetti -, eseguono figure sempre diverse e nuove e, facilitati dalla musica di percussioni, riescono anche a dare notevole espressività al tutto. Un vero spettacolo!
Le altre due posizioni del podio sono meno scontate e se le giocano le squadre di Svizzera, Svezia e Italia, che hanno concluso in quest’ordine. La Svizzera di Montmirail (Mirjam Degiorgi, Livanto Cha Ch) è seconda, soprattutto in virtù di ottimi obbligatori. Il libero, infatti, pur essendo veramente originale e ben legato nelle figure proposte, manca, soprattutto nell’esecuzione, della precisione millimetrica dei tedeschi. L’immagine globale è quella di un esercizio con un respiro meno ampio, non solo di quello della Germania, ma anche nei confronti di quello degli svedesi, diretti antagonisti. La Svezia (Daniela Fiskbaek, Elversoes Galantic) paga lo scotto di avere totalizzato dei bassi punteggi sugli obbligatori, perché entrambi i liberi sono valutati molto bene. I ragazzi della squadra baltica eseguono figure difficili, in particolare nei blocchi a tre, dove esprimono sicurezza e fiducia tra loro e con il cavallo.
L’Italia (Nelson Alcides Vidoni, Robert Redford 5) – con i nostri sei magnifici ragazzi, Marika Anselmi, Aurora Bellinato, Tommaso Comi, Aurora Girelli, Matilde Resente, Jan Stellahaegi -, ha tenuto duro e lottato fino all’ultimo ad armi pari. Esegue obbligatori molto buoni, e liberi puliti, molto soddisfacenti. Forse, rispetto a Svezia e Svizzera, propone elementi un po’ più semplici e un po’ più slegati tra loro, ma il risultato complessivo è bello e dà ampi margini di miglioramento.
Un ultimo pensiero per la squadra dell’Ungheria (Eilika Habsburg-Lothringen, Cornetto), perché pur non potendo ambire al podio, propone un libero che si distingue nettamente dagli altri per freschezza, vivacità e colore.
Ultima, ma non ultima, la categoria Young Vaulters, l’anticamera al top: praticamente solo Germania!
Stradominio delle atlete teutoniche che, in campo femminile, centrano la tripletta! Oro per Mona Pavetic (Sarah Krauss, Max), argento per Gianna Ronca (Sarah Krauss, Max), bronzo per Lisa Marie Wagner (Katja Wagner, Cascais).
Alla conclusione del primo round Pavetic e Ronca sono testa a testa, seguite a distanza abbastanza ravvicinata da Sara Solteszova (SVK, Martin Vavacek, Investment) e Noemi Licci (SUI, Rita Blieske, Nashville Grandia Z), Wagner è quinta. Ancora una volta i liberi si rivelano decisivi: Mona Pavetic è esemplare, anche se forse meno originale di Gianna Ronca, e riesce a staccarla. Capovolgimento sul terzo gradino: sia Sara Solteszova che Noemi Licci non riescono a tenere il passo, e scivolano indietro lasciando la terza piazza ad una più che concreta Lisa Marie Wagner.
Sempre una certezza per i colori italiani, Giorgia Fanucci (Elettra Lambardi, Bambola) – settima classificata – tiene alta la nostra bandiera e porta a casa tre esercizi molto buoni, che la confermano ancora una volta nella top ten delle young vaulters. Il prossimo anno si aprirà la sua ultima stagione in questa categoria, dove, siamo sicuri, continuerà ad essere tra le migliori, anche se non sarà più accompagnata dalla sua fedele compagna Bambola, che lascia l’attività agonistica di altissimo livello.
Un po’ più discontinua nel rendimento Sofia Crippa (Laura Carnabuci, Fran d’Alme C Z) che, dopo uno sfortunato turno di obbligatori, si redime con una buona prova nell’esercizio tecnico, ma che purtroppo non è stata sufficiente a garantirle un piazzamento migliore. Chiude diciannovesima.
Anche se ogni competizione fa storia a sé, e non è giusto comparare i punteggi, il concorso individuale maschile nella categoria Young Vaulters quest’anno è stato mediamente di livello più alto dello scorso, con parco partenti è completamente nuovo, se si eccettua Paul Ruttkovsky (AUT, M. Lehrmann, Chivas 14), salito sul terzo gradino del podio.
Si aggiudica il titolo Arne Heers (GER, S. Henze, Cleiner Onkel T Old), saldamente al comando fin dagli obbligatori, seguito da Tom Menand (FRA, S. Langlois, Ultrachic) e dal già citato Paul Ruttkovsky. A parte i solidi obbligatori, Arne Heers primeggia anche con il libero, bello, concreto, pulito, senza grandi moine, ma coinvolgente e sulla musica.
Le due medaglie rimanenti se le sono contese non solo Menand e Ruttkovsky, ma anche Ben Lechtenberg (GER, N. Vorberg, Rockemotion), piazzatosi alle loro spalle. La differenza di punteggio tra i tre nelle varie prove è sempre piccola, a volte è migliore uno, a volte l’altro. Il freetest, la routine che pesa di più nel computo finale, come al solito ha deciso il podio. Tutti e tre si comportano molto bene, con punteggi ben superiori agli 8, ma Menand è un po’ superiore ai rivali sia in termini tecnici che artistici: il suo freestyle non è solo tecnicamente molto buono e ben eseguito, ma anche armonico nella scelta di figure ben collegate tra loro.
Classifiche complete dei Campionati Europei Junior e Young Vaulters