Herning2022 finalmente! Non si possono chiamare WEG, solo Campionati del Mondo, ma è chiaro che, almeno per il volteggio, cenerentola delle discipline equestri FEI, quelli di quest’anno non sono “semplici mondiali”.
Il nord della Danimarca accoglie il mondo equestre in un centro immerso nella natura. Verde brillante di erba bagnata, giallo ocra di campi non ancora mietuti, tiepido sole, deboli piogge si alternano incessantemente. Vento impetuoso, nubi che corrono creando cumuli scuri e sprazzi d’azzurro intenso: tutto sembra in sintonia con gli umori dei volteggiatori qui riuniti da ogni parte del globo. Il centro in cui si svolgono le competizioni, è maestoso: un campo esterno enorme, una distesa di stand, ristoranti, anche un night club, ma soprattutto un’arena coperta – la JYSKE BANK BOXEN – fantastica anche per il pubblico. Posti a sedere comodi e abbondanti, da cui si ha una visione del campo – perfettamente illuminato – senza ostacoli di alcun genere. Anche a detta dei volteggiatori il campo gara è eccezionale, caldo ed accogliente, oltre che con un ottimo fondo.
Cambiamenti significativi sono stati apportati con questa edizione dei mondiali sia alla struttura della gara che al modo di calcolare i punteggi. Gli individuali si svolgono solo su tre prove, anziché quattro, senza alcuno sbarramento tra la prima e la seconda manche. Obbligatori e tecnico costituiscono il primo round, il libero il secondo. In totale quindi il libero vale il 50% del punteggio, contro il 25% delle altre due prove. Le squadre si esibiscono solo in un obbligatorio e un libero, il punteggio finale si calcola sul 40% per gli obbligatori e 60% sul libero. Per i Pas de Deux, il numero e la tipologia delle prove non cambiano, sono due liberi, ma il punteggio finale si calcola in modo diverso: 40% sul primo esercizio e 60% sul secondo. Nulla di nuovo per il Nation Team Event (a volte chiamato anche Nation Cup), che rimane sempre basato su tre prove libere (due di individuali e quella della squadra) ed il punteggio è la semplice media dei tre. Cambiamenti notevoli quindi, che possono incidere non poco sulle classifiche finali, presumibilmente effettuati per valorizzare ancor di più la spettacolarità della disciplina e rendere più incerto l’esito della competizione fino all’ultimo. Peccato però che con questa decisione di sopprimere una delle prove, viene a mancare la caratteristica distintiva di un mondiale rispetto ai semplici CVI.
Voltige o Voltigieren? Quale lingua parla oggi il volteggio? Il dominio della Germania è sempre più messo in discussione dalla Francia, che in questa edizione, aggiudicandosi il numero maggiore di ori, è l’indiscussa dominatrice, anche se la Germania ha la stessa quantità complessiva di medaglie. Les Bleus, con tre ori e due argenti, sono a podio in tutte le categorie in cui competono, la Germania fallisce clamorosamente la Nation Cup, ma è una certezza in fatto di regolarità e numero di volteggiatori presentati (a differenza della Francia che schiera 6 concorrenti in tutto, la Germania ne ha 13, tutti con ottimi piazzamenti).
La Francia parte col botto in questa edizione dei mondiali. Nella prima giornata di gara si impone in tutte le categorie in programma. Nella competizione a squadre la compagine transalpina formata da Manon Moutinho, Lambert Leclezio, Jeanne Braun, Louis Dumont, Dorian Terrier e Quentin Jabet (Corinne Bosshard, Londontime) è la prima a scendere in campo e ottiene subito il punteggio più favorevole. È uno squadrone creato per vincere, formato da i migliori volteggiatori che la federazione equestre transalpina abbia a disposizione, ed infatti, nonostante fosse alla prima uscita internazionale (e che uscita!), non delude e conferma le aspettative. La sfida è tutta con la Germania – rappresentata quest’anno dal team Norka (Patrick Looser, Calidor 10) – da sempre la favorita. Negli obbligatori però, la prestazione dei teutonici è un po’ al di sotto dei loro standard, così la Francia si aggiudica il primo round. Seguono Svizzera (Monika Winkler-Bischofberger, Rayo de la Luz) e Austria (Martina Seyrling, Don Rudi), ma un po’ distanziate.
La giornata continua con gli obbligatori degli individuali ed anche in questo caso sventola il tricolore francese. Manon Moutinho (FRA, Corinne Bosshard, Saitiri) e soprattutto Lambert Leclezio (FRA, Loic Devedu, Estado IFCE) sbaragliano già i avversari. In entrambi i casi si intuisce subito che la vera sfida sarà essenzialmente per il secondo e terzo posto. In generale comunque, le sorprese non sono mancate: nei tre giorni di gara si sono visti “favoriti” crollare e novellini emergere prepotentemente. Le previsioni si sono spesso rivelate sbagliate.
Per quanto riguarda gli individuali, la seconda giornata è dedicata a quella che probabilmente è la prova più difficile: il technical test. Questa prova è molto significativa, poiché unisce doti tecniche specifiche valutate tramite alcuni impegnativi esercizi imposti, con doti artistiche che rendono la routine bella e varia. Chi fa un buon tecnico, non è detto che vinca, ma sicuramente significa che ha potenzialità da vendere. Non fanno eccezione questi mondiali dove in questo test si fanno notare, oltre ai “soliti” Moutinho e Leclezio, anche alcuni sorprendenti giovanissimi: la canadese Averill Saunders (Nina Vorberg, Rockemotion) o il sedicenne olandese Sam Dos Santos (Rian Pierik, Chameur), tanto per fare degli esempi.
Sempre nella seconda giornata si esibiscono per la prima volta i Pas de Deux. Le due coppie tedesche composte da Chiara Congia e Justin van Gerven su Highlight longiato da Alexandra Knauf, e Diana Harwardt e Peter Künne su DSP Sir Laulau guidato da Hendrik Falk, dominano indiscutibilmente la scena, ma anche il duo italiano Rebecca Greggio/Davide Zanella (Claudia Petersohn, Orlando Tancredi) fa la sua figura. Deludente invece la performance di Eva Nagiller e Romana Hintner (AUT, Klaus Haidacher, Idefix 25), la Nagiller, reduce da una disastrosa prova tecnica, non era probabilmente molto lucida e tutto l’esercizio ne ha risentito.
Nella terza giornata, finale per gli individuali, si confermano le prime due posizioni sia in campo femminile che in quello maschile, mentre il bronzo va, in entrambi i casi, a due atleti in quinta posizione al termine del primo round: Sheena Bendixen (DEN, Lasse Kristensen, Klintholms Ramstein), tenace e battagliera come sempre, scalza dal podio la tedesca Kathrin Meyer (Gesa Bührig, Capitain Claus), e Jannik Heiland (GER, Barbara Rosiny , Dark Beluga FRH), si impone ai danni di Sam Dos Santos e del connazionale Julian Wilfling (Alexander Zebrak, Aragorn 102). Effettivamente sia in campo femminile, ma ancor più in quello maschile, secondo, terzo e quarto posto sono separati veramente da una manciata di millesimi. Julia Sophie Wagner (GER, Katja Wagner, Giovanni 185) e Quentin Jabet (FRA, Andrea Boe, Ronaldo 200) hanno tenuto l’argento, ma hanno tremato rispettivamente davanti alle superbe prove libere di Sheena Bendixen e Jannik Heiland. Le due promesse Averill Saunders e Sam Dos Santos, entrambi terzi dopo il primo round non eseguono un libero in grado di far mantenere loro la posizione, Dos Santos chiude quinto, la Saunders undicesima. I due tedeschi Kathrin Meyer e Julian Wilfling (Alexander Zebrak, Aragorn 102), quarti, appunto, meritano comunque un grandissimo plauso, perché le loro prove sono state veramente di altissimo livello. Si sono scontrati con dei giganti e non hanno affatto sfigurato, solo… è andata così… capita…
I podi definitivi sono quindi: Manon Moutinho (FRA, Corinne Bosshard, Saitiri), Julia Sophie Wagner (GER, Katja Wagner, Giovanni 185), Sheena Bendixen (DEN, Lasse Kristensen, Klintholms Ramstein) in campo femminile, Lambert Leclezio (FRA, Loic Devedu, Estado IFCE), Quentin Jabet (FRA, Andrea Boe, Ronaldo 200), Jannik Heiland (GER, Barbara Rosiny, Dark Beluga FRH) in campo maschile.
Leclezio, campione indiscusso fin dalla prima prova, totalizza punteggi superiori a 9 in tutti e tre i test e si aggiudica il titolo mondiale per la quarta volta consecutiva. Anche Manon Moutinho ha sempre gli score migliori in tutte e tre le prove.
Giornata conclusiva anche per il concorso a squadre. Grande vittoria per la Germania che esegue uno splendido libero, tecnicamente perfetto. Emozionante anche l’esercizio della squadra Francese, ma con qualche errore che ha compromesso il risultato. Al terzo posto la squadra Svizzera capitanata da Monika Winkler-Bischofberger con Rayo de la Luz alla longia. L’Austria ancora in grande difficoltà a causa del cavallo irrequieto.
L’ultima giornata di gare per il volteggio si apre con la finale del PDD. Se le prime due posizioni sembrano saldamente in mano alle due coppie tedesche Congia/van Gerven (Alexandra Knauf, Highlight) da una parte e Harwardt/Künne (Hendrik Falk, DSP Sir Laulau) dall’altra, per il terzo gradino la competizione è ancora aperta. Dopo la prima manche è in testa il duo italiano formato da Rebecca Greggio e Davide Zanella (Claudia Petersohn, Orlando Tancredi), ma il distacco dagli austriaci Dominik Eder e Theresa Thiel (Veronika Greisberger, Pink Floyd) non è molto e la seconda prova conta di più: 60% del punteggio totale contro il 40% della prima. La coppia italiana mantiene e rafforza la posizione grazie ad una performance assolutamente convincente, fluida, ricca di passaggi interessanti, ben interpretata (il tema è “House of Gucci” e si intuisce bene la lotta tra i due coniugi!). Alle due coppie tedesche però non si può che inchinarsi e fare tanto di cappello, perché il livello da loro espresso è oggettivamente stratosferico. La perfezione nell’esecuzione, la scelta dei movimenti di contorno, la difficoltà delle figure tecniche, la regolarità del cavallo, sono quasi insuperabili, sia per quanto riguarda Diana Harwardt e Peter Künne, secondi, che per Chiara Congia e Justin van Gerven, meritatamente vincitori. Congia e van Gerven avevano ottenuto l’argento ai mondiali dello scorso anno a Budapest (HUN) alle spalle dei connazionali Jannika Derks e Johannes Kay, ora ritirati, di cui hanno degnamente raccolto l’eredità. Un buon passaggio di testimone si può dire sia avvenuto anche per l’Italia che ottiene un meritatissimo bronzo, dopo l’oro della coppia Lupacchini/Stopazzini nel 2018 a Tryon.
Le emozioni più intense le ha suscitate la Nation Team Event, la competizione per nazioni in cui si sommano i punteggi di due individuali e della squadra. In base alle classifiche stilate alla conclusione della terza giornata di gare i giochi sembravano già scritti, ma nel volteggio nulla è sicuro e anche i grandi possono cadere. Accade così che la Germania non sale neanche sul podio, e neppure la Svizzera. L’oro è andato alla Francia grazie ai due individuali di Lambert Leclezio e Manon Moutinho, quest’ultima però un po’ al di sotto dei suoi standard. Anche la prova della squadra non al top, ma comunque decisamente superiore nella prestazione rispetto a quelle di Germania e Svizzera. Molto bene invece tutte le prove della Danimarca che, grazie alle ottime performance della squadra (miglior punteggio) e di Sheena Bendixen (miglior punteggio femminile), ha conquistato un inatteso secondo gradino del podio. Il bronzo è andato ancor più inaspettatamente all’Austria, che, dopo le deludenti prove dei giorni precedenti, guadagna una medaglia.
Cosa raccontare ancora? Cominciata male e continuata peggio l’avventura mondiale di Eva Nagiller (AUT, Nicole Voithofer, Lavalino). Lei, che era una delle candidate al titolo, già con gli obbligatori si è trovata a dover inseguire un nutrito gruppo di avversarie. Il tecnico è stata una debacle. Purtroppo il suo cavallo, Lavalino, completamente ingestibile, non le ha letteralmente permesso di eseguire alcun esercizio. Ha concluso il secondo test con un inclemente 2.5 che l’ha scaraventata all’ultimo posto in classifica. Aprirà l’ultima giornata di gare con il suo libero, una buona prova, giusto per l’onore. Purtroppo anche il Pas de Deux con la compagna Romana Hintner (Klaus Haidacher, Idefix 25) è una catastrofe! A parte la prima prova -effettuata poco dopo il tecnico – in cui la coppia non è riuscita a trovare la giusta concentrazione, la seconda è andata malissimo per problemi con il cavallo.
Alina Ross (GER, Volker Ross, Baron R), seconda dopo gli obbligatori, fallisce il tecnico perdendo il podio. Buona la prestazione di Kimberly Palmer (USA, Laura Carnabuci, Rosenstolz 99), in continua crescita, sarà sicuramente una delle protagoniste del prossimo anno.La Svizzera potrà contare in futuro su una nuova volteggiatrice di grande talento: Danielle Bürgi (Mirjam Degiorgi, Livanto Cha CH). Poco più che diciottenne, è sesta nella classifica generale. La canadese Averill Saunders (Nina Vorberg, Rockemotion) ha stupito tutti soprattutto grazie ad un esercizio tecnico strepitoso, peccato sia caduta nel libero. Bürgi e Saunders, entrambe molto eleganti e tecnicamente dotate, faranno senza ombra di dubbio parlare ancora di sé.
Per Leclezio non ci sono parole adatte a descrivere la sua impresa. Ha eseguito quattro prove perfette, in tutte ha ottenuto uno score superiore a 9. Tutti giudici all’artistico gli hanno attribuito il 10. È l’unico atleta a vincere quattro volte il titolo mondiale (nel 2016, ancora con i colori delle Mauritius, nel 2018, 2021 e 2022 per la Francia), un record veramente difficile anche solo da eguagliare. La leggerezza con cui si muove sul cavallo, pur eseguendo acrobazie incredibili, è ormai leggendaria. Quentin Jabet sembra essere il suo successore in seno al team francese, certo le sue performance sono state ottime. Jannik Heiland, il migliore dei tedeschi, si è riscattato da una stagione non proprio al massimo con il libero con cui ha conquistato il bronzo. Julian Wilfling, anche se non ha ottenuto una medaglia, deve essere orgoglioso di questo mondiale, è stato un vero piacere assistere alle sue performance.
Qualcuno si chiedeva se non fosse un azzardo gettare Sam Dos Santos, così giovane, nella fossa dei leoni di un mondiale 3*. La risposta è ovviamente NO! Sam Dos Santos, dopo aver stravinto i mondiali juniores lo scorso anno, si è dimostrato in tutto e per tutto perfettamente in grado di competere al più alto livello. Ha strabiliato tutti e tutti sono ora pronti a scommettere che sarà lui la futura stella del volteggio internazionale. La facilità e naturalezza con cui è in grado di eseguire qualunque figura lascia a bocca aperta. Un altro atleta su cui è lecito aspettarsi molto è Lorenzo Lupacchini (ITA, Laura Carnauci, Rosenstolz 99), è chiaro che ormai fa parte del gotha del volteggio e potrà migliorare ancora. Ha uno stile suo proprio, basato sulla dolcezza e la grazia del movimento, ricorda più di chiunque altro un ballerino sul palco. Il più deluso sarà probabilmente Juan Martin Clavijo Vega (COL, Jinte Pierik, Doemaar), abituato a ben altre posizioni in classifica, i suoi esercizi sono sempre spettacolari in particolare per l’elasticità fuori dal comune delle sue articolazioni, ma in questa occasione il cavallo non l’ha proprio aiutato!
Ci sono stati aspetti negativi? No, non proprio, l’unico appunto che eventualmente si potrebbe fare allo spettacolo in generale è la ripetitività dei temi, delle musiche e soprattutto delle “mise”. Quest’anno andava decisamente di moda il grigio-verde, declinato nei vari accenti con eventuali punte d’oro o argento, e con più o meno accentuati svolazzi di voile. Ma se gli abbigliamenti sono tanto simili, risulta molto più difficile ricordare con chiarezza le varie prestazioni!
E qual è il bilancio di questi mondiali per l’Italia? Sicuramente la stagione non si può dire fortunata, ma neppure disastrosa, anzi. Certamente la partenza non è stata delle più promettenti, con il ritiro di Anna Cavallaro a causa dei persistenti problemi al ginocchio, subito prima della partenza e Monaco Franze, il suo cavallo, che doveva accompagnare in gara anche Giovanni Bertolaso (Nelson Vidoni, Dante), fermato da una brutta sobbattitura. La sfortuna è poi continuata, Dante, che sostituiva Monaco Franze è costretto ad abbandonare (e con lui ovviamente anche il nostro povero Giovanni Bertolaso!) dopo il primo turno degli obbligatori; Valeria Tomei (Silvia Lucchesi, Ducati), che esordisce con un buon programma obbligatorio, viene “scaricata” dal suo Ducati proprio nell’uscita del tecnico, provocandole un danno notevole a gomito e polso. Valeria, nonostante la vistosa fasciatura al braccio e i dolori che certamente provava, ha deciso di non ritirarsi e di concludere la sua gara effettuando anche il libero. Questo la dice lunga sulla caparbietà e forza d’animo della nostra atleta!
Per fortuna sono rimasti Lorenzo Lupacchini (Laura Carabuci, Rosenstolz 99) e soprattutto Davide Zanella e Rebecca Greggio (Claudia Petersohn, Orlando Tancredi) a risollevare le sorti del nostro movimento. Lorenzo si è classificato sesto in classifica generale, il miglior piazzamento mai raggiunto da un individuale maschile italiano. Forse aspirava a qualcosa di più – e poteva anche essere – ma le sue sono state comunque delle ottime prove, e in gara non è mai tutto certo, ci possono essere imprevisti grandi e piccoli e occorre anche una certa dose di fortuna. Anche Davide Zanella ha ottenuto un piazzamento di tutto rispetto nell’individuale e Rebecca Greggio, quindicesima nella classifica fiale, ha rimontato prova dopo prova e ha riportato l’Italia dell’individuale femminile nella parte alta della classifica dopo lungo tempo. Si deve gioire però, sopra ogni cosa per la magnifica medaglia che ci hanno regalato Davide e Rebecca in coppia! Hanno dovuto lottare questi ragazzi, e molto, ma ce l’hanno fatta! Continueranno a lavorare, questo è certo, e saranno sempre più belli e competitivi. Quello di quest’anno è solo l’assaggio!