Danielle Bürgi, svizzera, classe 2001, è una delle più promettenti volteggiatrici del panorama mondiale. Medaglia d’argento ai campionati mondiali juniores 2019, sesta classificata ai mondiali del 2022. Nonostante la giovane età, oltre ad essere un’ottima volteggiatrice, è anche un’eccellente allenatrice, estremamente chiara e precisa nello spiegare i movimenti e correggere i difetti, sempre pronta ad incoraggiare. Una ragazza fantastica, in grado di trasmettere tutta la sua passione per il volteggio, e questo è l’estratto della bella chiacchierata che abbiamo fatto con lei.
Hai detto che hai cominciato a praticare il volteggio a 6 anni, come l’hai conosciuto?
Sono cresciuta con i cavalli a casa mia, quindi quella parte ha giocato un ruolo importante sin da subito nella mia vita. Ero una bambina molto attiva e mi piaceva la ginnastica artistica, non stavo mai ferma, mi piaceva correre ovunque e fare capriole e cose così. È stata mia madre a farmi conoscere il volteggio, conosceva lo sport pur non avendolo mai praticato. Mi ha portata a fare una lezione di prova, da quel momento non ho mai smesso.
Quando hai capito che era lo sport della tua vita?
Penso di averlo capito più o meno immediatamente, è stato “amore a prima vista”. Partendo dal fatto che mi piaceva e mi divertivo a farlo, ho capito di avere talento e il fatto di fare progressi velocemente mi ha davvero dato la spinta che mi ha portato a continuare.
Ci sono mai stati momenti in cui hai pensato di smettere? Se sì, come li hai superati?
Penso che ogni atleta a un certo punto nella propria carriera provi dei momenti in cui si mettono in discussione tutti i sacrifici. Questo è particolarmente vero in uno sport come il volteggio che non porta alcun introito economico, e che quindi è pura passione. Quindi sì, sicuramente ci sono stati momenti difficili, ma mai così forti da farmi pensare davvero di mollare. Penso che quello che mi ha aiutato molto ad andare avanti sia stato il supporto delle persone che mi circondano, i miei familiari e amici, perché anche nei momenti in cui tu non credi nelle tue capacità c’è sempre qualcuno pronto a farlo per te e ad aiutarti a rientrare sulla “retta via” facendoti ritrovare il coraggio che serve per stringere i denti e andare avanti.
In parte lo hai già detto, ma che tipo di supporto ed incoraggiamento hai ricevuto dalla tua famiglia e i tuoi amici?
Come dicevo prima, sono davvero grata per i miei genitori, sono molto appassionati di volteggio e sanno quanto sia importante per me, quindi fanno tutto ciò che è in loro potere per permettermi di esprimere al meglio delle mie capacità.
Per quanto riguarda i miei amici, molti di loro sono atleti, quindi capiscono perfettamente quello che provo e rimangono al mio fianco. Siamo un po’ tutti sulla stessa barca quindi è molto semplice supportarci a vicenda!
È molto bello!
Nella tua esperienza che tipo di consiglio ti sentiresti di dare ai genitori che hanno figli che fanno sport? Come pensi che possano dare loro il giusto supporto?
Beh, a parte ovviamente l’aspetto economico del praticare uno sport, penso che la cosa più importante di tutte sia davvero di credere nel proprio figlio. Incoraggiarlo e supportarlo senza metterlo troppo sotto pressione. Lo sport, specialmente ad alto livello, può diventare facilmente tossico, quindi offrire una spazio sicuro e qualcuno su cui poter contare è la cosa più importante.
Come sei riuscita a gestire la situazione scuola-sport?
Mi ritengo molto fortunata sotto questo punto di vista, ho avuto l’opportunità di andare in una “scuola sportiva” (una sorta di liceo sportivo nda). Per entrare in questa scuola dovevi essere parte della nazionale. Ho avuto il privilegio di fare lì il mio percorso di studi ed è stato una benedizione per la mia carriera sportiva. Avevamo un anno in più da fare rispetto alle altre scuole, perché le giornate duravano meno visto che ci lasciavano spazio per gli allenamenti, questo è stato un grande aiuto per riuscire a combinare tutto.
Gli atleti spesso si trovano a dover sacrificare le cosiddette “esperienze adolescenziali” per via di allenamenti, gare eccetera; ti sei mai chiesta se valesse davvero la pena perdere tutte queste esperienze?
Immagino ci siano stati dei piccoli momenti in cui ho pensato che avrei preferito uscire con i miei amici invece che andare a letto presto per poter andare ad allenamento alle 8.00 la mattina dopo, ma non era mai un grosso problema. Anche i volteggiatori con cui mi alleno sono parte della mia famiglia, quindi andare ad allenarmi è sempre anche un piacere. Non mi sono mai sentita come se mi stessi perdendo qualcosa perché il volteggio mi ha sempre dato così tanto e mi ha permesso di fare moltissime esperienze che non mi hanno fatto mancare nulla.
Se dovessi pensare ad un volteggiatore/volteggiatrice che ammiri molto, chi sarebbe?
Quando ero più piccola avevo dei modelli che ammiravo molto, se dovessi citarne una o due direi Daniela Fritz e Silvia Stopazzini. Ora come ora invece mi trovo ad essere ispirata da un sacco di persone. Ci sono moltissimi volteggiatori che hanno qualcosa di particolare di loro stessi, diversi stili e caratteristiche. L’originalità che è presente in ognuno di noi è ciò che mi ispira di più.
C’è una competizione che ricordi con particolare affetto ed emozione? Se sì, perché?
Di sicuro i Campionati Mondiali Junior a Ermelo nel 2019, prima di tutto perché sono riuscita a guadagnarmi una medaglia, ma anche perché per me è stato un anno molto importante in generale. Era la prima volta che avevo dietro di me un grosso sistema di supporto e ciò mi ha spinta ad uscire dalla mia comfort zone. Credo sia l’anno che mi abbia formata di più come volteggiatrice. Ho imparato tantissimo e il fatto di riuscire a qualificarmi per il mondiale è stata davvero la ciliegina sulla torta. Ricordo di aver provato così tante emozioni insieme, un po’ la delusione di non essere riuscita a vincere, ma allo stesso tempo l’euforia di aver preso una medaglia. C’erano un sacco di persone che mi fermavano per farmi i complimenti e quella è una sensazione che mi è rimasta nel cuore perché mi ha fatto sentire supportata. È stato davvero fantastico.
Al contrario, c’è una qualche competizione che ricordi con amarezza?
Direi il Campionato Europeo Junior nel 2018, era il mio primo campionato europeo e sono caduta durante il secondo libero. Ricordo perfettamente la delusione che ho provato verso me stessa, e anche se a ripensarci adesso è quasi divertente, ricordo che quel momento è stato davvero duro per me.
C’è un cavallo con cui hai legato maggiormente?
Penso la mia cavalla, con cui sto lavorando al momento. Averla a casa mia rende il rapporto che abbiamo ancora più forte, dato che la vedo ogni giorno e soprattutto in un contesto familiare.
Se invece parliamo dei cavalli dei club con i quali ho lavorato, non sono mai riuscita ad avere quel tipo di connessione, dato che dopo l’allenamento tornavo a casa, in più il fatto che non fossero mia diretta responsabilità rende il rapporto diverso. Penso che sia più difficile creare una connessione con il cavallo quando non puoi vederlo così spesso, per cui mi ritengo fortunatissima di poterlo fare.
Qual è il tuo elemento preferito da eseguire?
Nel libero direi il ponte, è diventato un po’ il mio marchio di fabbrica e, a parte il fatto che mi piace molto come figura, potrei farlo mentre dormo oramai!
Negli obbligatori invece, decisamente le forbici, adoro farle!
Qual è la parte dell’allenamento che preferisci?
La mia routine di allenamento è molto diversificata, non direi che ho una parte preferita, mi piace tutta perché non è mai noiosa! Se proprio dovessi scegliere però, penso l’allenamento di forza e flessibilità.
Come di sicuro sai, la salute mentale è importante tanto quanto quella fisica, cosa ti sentiresti di consigliare ai volteggiatori più giovani che potrebbero trovarsi a far fronte con questo genere di problemi?
È una domanda difficile! Ogni persona è diversa e a volte tutto ciò che puoi fare è fidarti del processo. A volte è più difficile ammettere che in quel determinato momento non siamo al nostro meglio piuttosto che effettivamente lavorarci; bisogna accettare che gli alti e bassi fanno parte del percorso e che sarà sempre così. Avere una visione più ampia è fondamentale, non rimanere incastrati nel momento e nella propria situazione è la cosa più importante, perché non durerà per sempre.
Tu alleni giusto? Come ci si sente ad essere sia una volteggiatrice che un’istruttrice?
Si, alleno regolarmente un team Junior, e questo mi porta un sacco di gioia perché posso insegnare loro tutto ciò che so ed aiutarli a superare i problemi che ho avuto anche io nel corso della mia carriera. Cerco di fornire loro le soluzioni che avrei voluto trovare io al loro posto. È davvero bello per me riuscire a trasmettere le mie conoscenze.
In più, una delle cose che mi piacciono di più dell’allenare gli altri è che non smetto mai di imparare anche io in primis. Continuare a ragionare e lavorare sulla tecnica mentre la si spiega è uno dei migliori metodi per sistemare i piccoli errori, quindi aiuta anche me!
Un’ultima domanda! Se avessi l’opportunità di provare un cavallo del mondo del volteggio, chi sarebbe?
Bella domanda, penso… Si, penso che sceglierei Dark Beluga. Sembra comodissimo!
Dark Beluga è decisamente un’ottima scelta!
Bene Danielle, grazie mille per il tuo tempo, ti auguriamo buona fortuna per le tue gare future, faremo il tifo per te!