Back to Sweden! Dopo quattordici anni – e con due anni di ritardo a causa della pandemia – tornano i massimi campionati di volteggio equestre nelle nordiche terre di Svezia. Quest’anno, ai Campionati Europei Senior, si sono aggiunti i Campionati Mondiali Juniores e, per la prima volta, i Mondiali per Young Vaulters. Volteggiatori di tutto il mondo si sono riuniti in una dolce Flyinge dai campi dorati, ora illuminati dal sole radente, ora bagnati da qualche pioggerella leggera. Le competizioni si sono svolte dal 24 al 30 luglio presso il Flyinge Kungsgård, monumentale e magnifico complesso di scuderie, fondato nel 1661 da re Carlo X Gustavo, il più antico maneggio ancora in attività.
Un programma nutritissimo, sei giorni intensi di gare con vecchi e nuovi protagonisti ottimamente gestiti dall’organizzazione svedese. Se si vuole trovare qualche difetto, l’unico, a parte quello di un campo gara forse un po’ strettino, la presenza di un maxischermo in campo prova che ha spesso molto disturbato i cavalli, tanto che in più occasioni i longeurs si sono visti costretti ad entrare in campo prova coprendo gli occhi del cavallo per evitare che vedesse il turbinare delle immagini luminose sullo schermo. Per il resto tutto perfetto.
Come ogni anno è stato bello ritrovare i “vecchi amici” tra i sostenitori delle squadre con le loro confortanti, vecchie, inossidabili usanze. Ecco quindi il tifo da stadio dei tedeschi, sempre numerosissimi, con il loro botta e risposta prima di ogni entrata. Ecco il vocione del signore danese dalla folta barba che incita le sue connazionali (non so proprio cosa dice, ma il suo intervento nel silenzio che precede l’inizio della musica è d’obbligo!), ecco la “sirena” degli olandesi, l’immancabile “hop Suisse”…
Sono stati un mondiale e un europeo emozionanti, non scontati, ricchi di colpi di scena, che hanno visto più di una volta pronostici e classifiche rovesciarsi con il procedere delle gare.
Il mondiale Junior e Young Vaulter
In campo maschile il pronostico era pressoché scontato, Sam Dos Santos (NED, R. Pierik, Chameur) ha vinto facilmente, anche se le sue performance nei liberi non sono state tra le sue migliori. Già ampiamente avanti dopo gli obbligatori, con il primo libero ha ulteriormente incrementato le distanze, mentre con il secondo si è accontentato di confermare la posizione. Il suo livello è obiettivamente nettamente superiore a quello degli altri, tanto che ci si potrebbe chiedere perché ha partecipato in categoria junior e non in young vaulter. La vera sorpresa (da seguire con estrema attenzione nei prossimi anni) è stata però Lukas Heitman (GER, A. Wiemann, Curt), medaglia d’argento. Nonostante la giovane età, Heitman ha eseguito un libero complesso, svolto con sicurezza e con una capacità interpretativa fuori dal comune che ha consentito al pubblico di provare un fortissimo trasporto. I liberi di Heitman e di Dos Santos sono stati valutati con punteggi simili. Al terzo posto si è posizionato il francese Baptist Terrier (S. Langlois, Ultrachic), che conferma quanto sia florido e ricco di giovani talenti anche il volteggio transalpino, oltre quello tedesco.
Il campionato Junior femminile è stato anomalo per molti versi. Dopo gli obbligatori, specialità in cui tradizionalmente eccellono, le atlete tedesche si sono ritrovate inusitatamente all’inseguimento di molte avversarie. Al contrario, nel libero si sono un po’ rifatte guadagnando parecchie posizioni, ma senza riuscire ad accedere al podio. Il primo gradino è andato inaspettatamente all’austriaca Clara Ludwiczek (K. Haidacher, Domino), che, dalla sesta posizione alla conclusione del primo round, è risalita in classifica fino al vertice grazie ad un esercizio libero pulitissimo, ma anche ad un pizzico di fortuna. Al comando dopo la prima manche c’era infatti la francese Oceane Gehan (M. Dupon Joosten, Barrington), che ha veramente sbalordito tutti con il suo iniziale freestyle. Sarà lei la nuova Manon Moutinho? La giovane volteggiatrice francese era già ben posizionata in classifica dopo gli obbligatori, ma ha letteralmente surclassato ogni altra concorrente con il suo primo libero. Un esercizio bellissimo, eseguito magistralmente. Oceane è stata fluida, leggerissima, con un’interpretazione della musica sorprendente. Purtroppo nella prova decisiva è stata tradita dal suo cavallo, che le ha impedito di effettuare degnamente la prima parte dell’esercizio. Anche se poi si è ripresa, confermando il suo eccezionale talento, lo score è stato piuttosto basso, catapultandola al quarto posto in classifica finale. Così è il volteggio, anche nel concorso individuale in realtà si sta partecipando in squadra!
Eccezionale anche la danese Josephine Vedel Sondergaard Nielsen (H. Haagen Hansen, Tophoejs Geleto Lieto), che si è guadagnata la medaglia d’argento. Sempre seconda durante tutta la gara, è rimasta beffata per l’oro per una manciata di millesimi. Anche lei estremamente pulita nei movimenti, con una lodevole interpretazione della musica e con figure originali e molto complesse. Per molti la vincitrice morale del titolo.
Bronzo a Giorgia Varisco (ITA, L. Carnabuci, Rosenstolz 99), il cui livello tecnico è andato crescendo sempre di più e che ha riportato al suo paese dopo tanti anni una medaglia nell’individuale juniores.
Dominatrici incontrastate del pas de deux junior sono state le due atlete italiane Giorgia Varisco e Greta Geminiani (L. Carnabuci, Rosenstolz 99). In particolare la seconda prova è stata veramente perfetta, senza alcuna sbavatura o incertezza, con voti altissimi sia nel giudizio tecnico che artistico. Meritata medaglia d’argento alle austriache Sarah Victoria Köck e Clara Dick (S. Frauenschuh, Aragorn Elmar XV). Anja Huber e Katharina Feldhofer (AUT, S.Hirmann-Kovald, Boccaccio D) sono salite sul terzo gradino del podio.
La Germania si conferma come sempre inarrivabile nella categoria a squadre. È stata saldamente al comando in tutte e tre le prove, ma nei liberi si è dimostrata semplicemente impareggiabile. Anche la Svizzera, seconda classificata, ha eseguito dei buoni free-test, forse anche più originali di quelli della Germania nella struttura, ma non altrettanto puliti. Gli Stati Uniti tornano a casa con la soddisfazione di aver conquistato un terzo posto non scontato, battendo la Svezia, loro diretta contendente.
Grande sfida nella categoria Young Vaulter tra la tedesca Alice Layher (A. Blatz, Lambic van Strokappeleken) e la canadese Averill Saunders (N. Vorberg, Rockemotion). I pronostici davano come favorita la canadese, visto il suo exploit nei mondiali senior dello scorso anno, ma esegue degli obbligatori decisamente sottotono per le sue possibilità, quindi, anche realizzando un fenomenale technical test – sicuramente il suo cavallo di battaglia – ha dovuto cedere il passo alla tedesca, autrice di tre prove eccellenti. Conquista il bronzo con pieno merito l’austriaca Anna Weidenauer (M. Lehrmann, Chivas 14), vincitrice dei Campionati Europei Juniores dello scorso anno.
Purtroppo non erano molti i partecipanti alla categoria Young Vaulter maschile, solo otto i partenti, di tre sole nazionalità: Germania, Austria e Ungheria. A parte in Germania, e almeno in parte in Francia, sembra che il volteggio maschile di tutto il mondo stia vivendo un periodo di crisi. È vero che i pochi rimasti sono di talento, ma saranno in grado di diventare leader di un movimento ampio e duraturo? È la speranza che tutti ripongono in particolare su Philip Clement (AUT, L. Kalcher-Prein, Louis Bonheur) salito sul gradino più alto del podio, Bela Lehnen (GER, A. Knauf, Formel 1 D.C.), che lo segue, e Philip Goroncy (GER, S. Krauss, Max) terzo classificato. Ottime tutte e tre le prove di Clement, mentre Lehnen, l’altro oggettivo pretendente al titolo, fallisce l’esercizio tecnico e si deve accontentare dell’argento.
A conclusione, bisogna proprio dire che la qualità delle concorrenti e dei concorrenti di questo Campionato Mondiale è stata decisamente alta. Anche molti piccolissimi, come lo sono gli usuali “volanti” delle squadre, hanno fatto un’ottima figura fin dagli obbligatori, loro classico “tallone d’Achille”. Il ricambio generazionale a cui si andrà incontro nel prossimo futuro porterà sicuramente sviluppi interessanti.
Ecco il medagliere finale e le classifiche complete dei Campionati Mondiali Juniores e per Young Vaulters.
Il Campionato Europeo Senior
Dopo i Campionati Mondiali dello scorso anno, il mondo del volteggio aveva dovuto salutare alcuni dei suoi protagonisti assoluti, nonostante ciò, coloro che sono rimasti e le “nuove reclute” non hanno minimamente deluso. I vincitori, sia in campo femminile che maschile, erano già stati tra i protagonisti dello scorso anno, e sono apparsi immediatamente molto cresciuti, non hanno assolutamente fatto rimpiangere la mancanza dei loro predecessori. Purtroppo, a quanto appare, il livello sembra effettivamente crescere sempre di più, ma solo dove il volteggio è già più sviluppato. Le realtà più piccole, non riescono a migliorare a sufficienza per contrastare lo stradominio delle “corazzate” Germania, Svizzera, e Francia, tra le cui squadre si fanno tutti i giochi. Quest’anno anche l’Austria si è rivelata estremamente deficitaria.
Tra le ragazze la sfida si è svolta tutta in casa Tedesca e Svizzera: nelle prime sette posizioni ci sono tre tedesche e tre svizzere. La vincitrice è Kathrin Meyer (GER, S. Meyer, San Classico S), superlativa, perfetta in ogni movimento, l’unica a superare – abbondantemente – l’8 anche nel tecnico che, come al solito, si è rivelata la prova più difficile. È seguita dalla connazionale Alina Roß (V. Roß, Baron R) che ha eseguito in particolare un esercizio libero davvero spumeggiante. Una splendida Ilona Hannich (SUI, M. Winkler-Bischofberger, Rayo de la Luz) rompe la tripletta tedesca posizionandosi sul terzo gradino del podio.
Se in campo femminile la sfida è stata tutta tra Germania e Svizzera, in campo maschile la competizione si svolge tra Francia e Germania, con Jabet, Gardies e Delaunay da una parte e Heiland, e i due Brusewitz dall’altra. In conclusione: tre francesi e tre tedeschi nelle prime sei posizioni! Sembra non esserci alba per tutti gli altri. Pronostici rispettati per quanto riguarda la vittoria di Quentin Jabet (FRA, A. Boe, Ronaldo 200), già medaglia d’argento ai mondiali dello scorso anno. Migliore già negli obbligatori, non ha avuto rivali né nel tecnico, né nel libero. Una delizia per gli occhi il suo freestyle! Jabet danza sul cavallo con la grazia di Roberto Bolle, riesce a trasmettere emozioni che neppure Jaques Ferrari ai tempi d’oro ne fu in grado.
Meritatamente al secondo posto un altro francese, Theo Gardies (S. Langlois, Sir Sensation), che sta crescendo tecnicamente e dal punto di vista interpretativo ogni anno di più. Con un libero davvero ottimo, anche nel suo caso impreziosito da una bella coreografia, ha potuto scalare ben due posizioni in classifica rispetto al primo round. Jannik Heiland (GER, B. Rosiny, Dark Beluga), il migliore dei tre tedeschi, nonostante abbia eseguito delle prove di tutto rispetto, come lo scorso anno è ancora al terzo posto dopo due francesi. Una nota di colore è stata data dal fatto che le squadra degli individuali maschili tedeschi era “una cosa di famiglia”, formata dai due fratelli Thomas e Viktor Brüsewitz, oltre che da Heiland, che si considera comunque come parte del loro clan. È stato motivo di grande soddisfazione in particolare per Viktor, il maggiore dei due Brüsewitz, non solo l’essere selezionato nuovamente per l’individuale dopo tanti anni, ma soprattutto essere riuscito a proporre delle performance egregie. Viktor, quinto dopo il fratello Thomas, ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni, e può dire di averlo fatto in grande stile.
Forse il maggiore colpo di scena lo ha riservato il pas de deux. Inaspettatamente privato fin dall’inizio di una delle coppie protagoniste, quella italiana formata da Rebecca Greggio e Davide Zanella (C. Petersohon, Orlando Tancredi) medaglia di bronzo ad Herning, i giochi sembravano abbastanza fatti. La coppia favorita era la tedesca formata da Diana Harwardt e Peter Künne (H. Falk, DSP Sir Laulau), ma le austriache Eva Nagiller e Romana Hintner (K. Haidacher, Idefix 25) si sono imperiosamente imposte, rifacendosi della delusione subita lo scorso anno. La loro performance è stata di un sincronismo perfetto, tutta giocata sulla simmetria delle figure e con passaggi originali.
Non altrettanto perfetti i due tedeschi, pur bellissimo, il libero dei tedeschi è apparso più scontato, anche nella scelta delle musiche e dei costumi (un po’ troppo stile Moutinho).
Grande soddisfazione per il nuovo pas de deux svizzero formato da Ilona Hannich e Li Laffer (A. Sohm, Gitano des Monods), medaglia di bronzo al loro esordio ad una competizione continentale. I risultati di Nagiller/Hinter e Hannich/Laffer sono importanti perché dimostrano come il pas de deux sia una specialità in cui l’inventiva e l’originalità dei movimenti (oltre ovviamente alla loro perfetta esecuzione) siano un’alternativa valida ai sollevamenti “alti” che sono tipici dei pas de deux formati da coppie miste, che avevano praticamente sempre dominato la scena fino ad ora.
“What a wonderful vaulting”, questo dovrebbe recitare il testo della canzone della squadra tedesca (I. Nawroth, Calidor 10)! Difficile trovare parole che non siano già state dette mille volte per descrivere l’impresa della nuova squadra di Norka. Nonostante la giovane età di tutti i componenti della squadra (la più anziana ha 24 anni!), dopo solo un anno di lavoro insieme sono riusciti nell’impresa di battere una Svizzera (M. Winkler-Bischofberger, Acardi van de Kapel) preparatissima, soprattutto negli obbligatori. Entrambe le squadre meritavano, i tedeschi sono piaciuti solo un po’ di più nel libero. La medaglia di bronzo è andata alla Svezia (R. Persson, Havhojs Bello Nero), le cui componenti possono senz’altro dire di aver condotto una gara onorevole, anche se nello score risultano un po’ distaccate dalle altre due compagini, sicuramente superiori.
Grande assente alla manifestazione è stata la squadra dell’Austria, che non mancava da che ho memoria. Ma si è sentita la mancanza anche della Francia, che pur essendo meno costante nelle partecipazioni, quando presente (come lo scorso anno) ha sempre elargito grande spettacolo.
Ultima medaglia in palio è quella della Nations Team, ancora una volta destinata alla Germania che ha schierato tutti i suoi “pezzi da novanta”, Mayer e Heiland, oltre alla squadra, che non falliscono un colpo. Svizzera sempre all’inseguimento, Ilona Hannich esegue il miglior libero, ma non basta poiché la sua compagna Danielle Buergi (C. Bosshard, Kairo S) non riesce ad eseguire al meglio la sua prova a causa di intemperanze di Kairo S. Più che buona la prova della squadra, invece. La Danimarca ottiene la medaglia di bronzo, battendo sul filo di lana i Paesi Bassi.
Ecco il medagliere e le classifiche finali.
Ultima considerazione di colore prima di chiudere. Che noia le musiche! Tutte uguali, soprattutto negli individuali. Per lo più ridotte a rumori ritmati, con pochissima melodia molto ripetitiva. Capisco che così sia più facile che i movimenti siano a tempo… ma l’originalità? Arrivederci a Berna 2024!