Ora che il 2019 è quasi finito e che si è concluso anche l’ultimo cvi dell’anno solare (potete leggerne il resoconto qui), è finalmente tempo di tirare le somme e ricordare quanto è successo negli ultimi dodici mesi di competizioni.
Brutte notizie per prime: non è di troppe settimane fa la notizia che quest’anno non verrà disputata alcuna tappa di World Cup. La decisione, presa un po’ per mancanza di comitati organizzatori, un po’ per mancanza di iscritti, ci fa tornare indietro nel tempo ad un periodo in cui l’inverno era il momento religioso per gli allenamenti, il potenziamento e la creazione di figure nuove, senza liberi da 1 minuto e venti secondi mostrati al pubblico delle grandi arene delle fiere internazionali.
Ma andiamo per ordine e torniamo indietro. Come era ormai da tradizione da anni, la finale di World Cup ha chiuso la stagione 2018-19 ma, almeno in termini di tempo, ha anche aperto quella nuova visto che ha avuto luogo in contemporanea ai primi due CVI dell’anno, quello di Saumur in Francia e quello di Portogruaro in Italia. La finale, andata in scena nell’arena della Cadre de Noir di Saumur, ha coronato due nuovi vincitori (la categoria pas de deux è stata vinta dalla coppia detentrice del titolo, i tedeschi Torben Jacobs e Theresa Sophie Bresh) e salutato per l’ultima volta tre grandi campioni, che proprio a Saumur hanno chiuso la propria carriera agonistica. Kristina Boe, (campionessa europea 2017, campionessa del mondo 2018, campionessa di coppa del mondo della stagione 2017-18) e gli stessi Torben Jacobs e Theresa-Sophie Bresh, hanno salutato calcato le arene agonistiche per l’ultima volta nella serata del 20 aprile, regalando al pubblico francese un ultimo indimenticabile spettacolo. Indimenticabili rimarranno la Rey di Star Wars, Mary Poppins, il flamenco della coppia tedesca, il lago dei cigni, Bonnie e Clyde e gli altri esercizi con cui questi tre atleti hanno reso entusiasmante l’ultimo decennio di competizioni.
Accanto a loro, la finale di World Cup ha consacrato il giovanissimo Juan Martin Clavijo (COL), già due volte campione del mondo juniores nel 2015 e 2017, e Janika Derks (GER, l’erede della Boe?) come nuovi campioni. Sarà strano, tra tre mesi, non ritrovarci qui a parlare di chi ha conquistato il nuovo titolo, ma speriamo vivamente che il 2019 non passi alla storia come l’anno che ha visto definitivamente chiusa l’esperienza del circuito invernale. La World Cup avrà pure avuto i suoi difetti, ma ciò non toglie che fosse il momento perfetto per avvicinare il volteggio alle grandi e più note discipline equestri, alla ricerca di sempre nuovo pubblico ed appassionati. Una gara diversa, prettamente d’élite e senza la “noia” degli obbligatori, in cui la lunghezza eccezionale di un minuto e venti degli esercizi liberi permetteva di spaziare di più entro i confini della propria creatività.
Il tempo è letteralmente volato durante la stagione, scandita da numerosi CVI in tutto il mondo fino al grande appuntamento di fine luglio a Ermelo (NED) per i campionati europei senior ed i mondiali junior. Il sole ha sorriso ancora una volta ai massimi campionati: sembra incredibile, ma sono state rare le occasioni in cui il mal tempo ha “guastato” a quei cinque giorni di gare che si aspettano per tutto l’anno, a prescindere da quanto a nord si salga per raggiungere la location delle competizioni. E così, anche quest’anno come tante altre volte a Le Mans, Ebreichsdorf, Aachen, ecc, il sole e il caldo (chi pensava di potersi abbronzare più in Olanda che al mare in Italia?) hanno accompagnato la crème de la crème del volteggio internazionale. Risultato del medagliere complessivo: 13 medaglie alla Germania, padrona indiscussa della competizione, specialmente in categoria junior, sei all’Austria, quattro alla Svizzera, tre alla Francia, una agli Stati Uniti.
Per quanto riguarda le categorie junior, la tendenza è stata fondamentalmente quella dello scorso anno. Ancora una volta la Germania ha seguito il sentiero di ciottoli dorati fino ad Oz (o forse è meglio dire El Dorado?), vincendo tutti gli ori disponibili nel massimo appuntamento per gli atleti juniores. Il campionato del mondo di Ermelo, però, è stata tutt’altro che una passeggiata per le aquile teutoniche, che hanno subito l’agguerrita competizione di Svizzera nelle categorie individuali (due su tutti Sven Ris e Danielle Buergi) e Austria nella categoria a squadre.
Il titolo è tornato esattamente là da dove era partito, in quella Voltigierverein Koln-Dunnwald a cui dieci anni fa appartenevano i primi vincitori, e che oggi dà i colori alla nuova coppia dorata, Justin Van Gerven e Chiara Congia.
Più difficile e variegata è stata l’assegnazione dei titoli seniores. Due ori all’Austria con Katharina Luschin nell’individuale femminile, che finalmente è riuscita a conquistare il metallo più prezioso dopo anni di inseguimenti (era dal 2015 che il suo nome saltava fuori nei pronostici) e il team Wildegg. Due ori alla Francia, nell’individuale maschile con Lambert Leclezio e nella Nations Cup. Uno alla Germania, inarrivabile nel pas de deux. Proprio il 2019 è stato il primo decennale dell’introduzione di questa categoria in un campionato europeo, e trovo in qualche modo poetico il fatto che il titolo sia tornato esattamente là da dove era partito, in quella Voltigierverein Koln-Dunnwald (Colonia) a cui dieci anni fa appartenevano i primi vincitori, Bamdad Memaria e Laura Passon, e che oggi dà i colori alla nuova coppia dorata, Justin Van Gerven e Chiara Congia.
Il 2019 ha anche segnato il ritorno in terra austriaca del titolo europeo senior a squadre, a totale appannaggio tedesco, dopo l’edizione del 2009, nella quale era stato vinto per l’ultima volta da una squadra bianco-rossa (se però prendiamo in considerazione anche mondiali e World Equestrian Games, allora la Germania si è dovuta arrendere solo tre volte nell’ultimo decennio, in occasione delle edizioni 2010, ‘12 e ‘16, quando il titolo è andato rispettivamente alle formazioni di Stati Uniti, Svizzera e Francia.)
Per quanto mi riguarda, la rivelazione dell’anno è stata Eva Nagiller, austriaca classe 1996, in forze al team VG Pill TU Schwaz. Insieme all’immancabile lunger Klaus Haidacher e al cavallo PLI Oreille, la Nagiller ha volteggiato con una costanza e precisione impressionante per tutta la stagione sulle note di Alexander Hamilton, assicurandosi ai massimi campionati il bronzo nal pas de deux in coppia con Romana Hintner e piazzandosi quarta nel concorso individuale, a pochi centesimi dalla pluricampionessa e compagna di squadra Jasmine Lindner. Se questa non è un’ottima premessa per gli anni a venire, non so proprio che cosa sia.
La rappresentativa italiana è stata guidata da Lorenzo Lupacchini e Edoardo Dall’amico (ASED La Fenice), un piacevole cambiamento per una nazione come la nostra che, tradizionalmente, non è mai stata capolista nelle categorie maschili, soprattutto a livello senior.
E ora passiamo al nostro anno agonistico nazionale. Per l’Italia la principale novità della stagione è stata caratterizzata dalla prima edizione del nuovo Trofeo delle Nove Regioni, il primo concorso con montepremi in denaro proposto dai comitati regionali di nove regioni nella disciplina del volteggio equestre. Articolato in 13 tappe, i cui risultati sono stati sommati di volta in volta fino alla grande finale disputatasi ai Campionati Italiani, il trofeo ha coronato quali propri vincitori assoluti l’ASD Cortei ai Ciliegi e ASD La Fenice. Il lavoro compiuto nell’arco della stagione dalle due associazioni è stato senza dubbio notevole, non a caso infatti le due società sono state riconosciute, sulla base della somma dei risultati conseguiti dai loro atleti duranti i campionati nazionali, come le migliori scuole di volteggio rispettivamente per le categorie ludiche e agonistiche.
Siamo onesti, a livello internazionale abbiamo visto giorni migliori. La rappresentativa italiana ad Ermelo era molto ridimensionata rispetto a come eravamo stati abituati negli ultimi anni, complici soprattutto alcuni infortuni. L’assenza di Giovanni Bertolaso, Anna Cavallaro e Silvia Stopazzini, oltre a quella di una squadra senior e del nostro pas de deux campione del mondo 2018, non è certo passata inosservata. La rappresentativa italiana è stata guidata da Lorenzo Lupacchini (Volteggio CIM Italia), quinto posto europeo individuale in categoria senior, e Edoardo Dall’amico (ASED La Fenice) quinto posto individuale mondiale junior, un piacevole cambiamento per una nazione come la nostra che, tradizionalmente, non è mai stata capolista nelle categorie maschili, soprattutto a livello senior. Accanto a loro, a rappresentare il tricolore Federica Coppiello (Claudia Petersohn, Emir du Beaumont), Arianna Siliberti (Laura Carnabuci, Filon), Giorgia Varisco (Laura Carnabuci, Filon) e il pas de deux Arianna Di Paola-Alessia Bovati (Laura Carnabuci, Filon). Nella speranza, anzi, certezza, che questo sia stato solo un anno di transizione dopo la lunga stagione culminata con i World Equestrian Games 2018, auguriamo un buon lavoro a tutti, veterani e nuove reclute, perché riportino il volteggio italiano ai risultati delle ultime stagioni.
Un ultimo capitolo, per questo 2019. È il 6 dicembre, in una Salisburgo decorata a festa. Quindici mesi dopo l’infortunio subito nei campi di Tryon (USA), Anna Cavallaro torna in gara. È un rientro con vittoria per Anna, insieme a Monaco Franze e all’inseparabile Nelson Vidoni alla longia. Soprattutto è una ripresa che aspettavamo con ansia, ma come avevamo già detto nel nostro resoconto sui WEG 2018, Anna è una leonessa e ancora una volta non ci ha deluso. Dopo un anno di stop, con lei a Salisburgo è rientrato anche Giovanni Bertolaso, secondo dietro Lorenzo Lupacchini nel weekend dell’Immacolata, pronto ad immergersi nella nuova stagione.
Quindi ci siamo, un altro anno si è concluso.
Se fossimo sul un set cinematografico ci saluteremmo con un “That’s a wrap, folks”, abbiamo finito, gente. Cosa ci aspetterà nel 2020? Per ora possiamo solo aspettare, intanto buon Natale e buon anno, volteggiatori, lunger, cavalli e appassionati. L’appuntamento è per l’anno prossimo per un’altra entusiasmante stagione!